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La Leonardo da Vinci e la De Donato
— La storia delle case editrici è storia di imprese, di lavoro collettivo, di dialoghi con autori, traduttori, grafici, tipografi, librai. È storia di relazioni con la scuola, l’università, i centri di studio e di ricerca. È storia che riguarda la vita civile e politica, le conoscenze e l’immaginario. È storia di città che favoriscono incontri e scambi culturali.
Nato a Bari il 7 dicembre 1928, Diego De Donato ha iniziato l’attività di editore a poco più di vent’anni, dando nuova vita alla Leonardo da Vinci, una tipografia di Città di Castello di cui il padre Carlo era comproprietario dal 1942.
A partire dal 1949 iniziò a stampare testi scolastici, universitari e tecnico- giuridici. Le ambizioni editoriali maturate dopo l’incontro con Maraini si concretizzarono dal 1951 con la pubblicazione di Segreto Tibet, che si rivelò un sorprendente successo internazionale.
La Leonardo da Vinci si affermò attraverso edizioni di libri fotografici, racconti di viaggio e reportage da tutti i continenti. A metà degli anni Sessanta cominciò a distinguersi per l’attenzione verso la letteratura e le traduzioni di testi inediti.
Denominata De Donato a partire dal 1966, la casa editrice fu animata nel corso degli anni Settanta da un gruppo di giovani intellettuali baresi che partecipò in maniera dirompente al dibattito politico, filosofico e culturale.
Cessò le attività nel 1983, lasciando un’eredità ricca di vivacità intellettuale e di contributi durevoli in vari ambiti disciplinari e scientifici: antropologia culturale, critica e teoria della letteratura, filosofia contemporanea, sociologia, urbanistica, diritto, archeologia, storiografia moderna e contemporanea —
La Mostra
— Libri, carte d’archivio, video montaggi, cataloghi in digitale, video testimonianze, immagini fotografiche racconteranno le visioni, le passioni e i legami che emergono nel corso dell’attività di Diego De Donato editore.
Un omaggio alla città sarà costituito da due mostre fotografiche: Bari vecchia 1972 (fotografie di Agnese De Donato conservate presso il suo archivio) e Bari in trasformazione (fotografie dall’Archivio di Michele Ficarelli conservato presso l’Archivio di Stato di Bari) —