IN RICORDO DI ROSSANA PLATONE
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IN RICORDO DI ROSSANA PLATONE

9 Dicembre 2024

Sabato 7 dicembre è morta Rossana Platone.
Era nata a Mosca nel 1931, da Felice e Armida Grieco, sorella di Ruggero. Il fratello Dino era nato tre anni prima a Zurigo, dove la famiglia era dovuta espatriare. Nel 1927 Felice, dirigente del Partito comunista d’Italia e collaboratore di Antonio Gramsci prima all’«Ordine nuovo» poi all’«Unità», era stato condannato in contumacia dal Tribunale speciale a 12 anni di reclusione.
Mentre il padre partecipava alla Guerra civile spagnola, la famiglia si trasferì in Francia. Dal 1938 Rossana frequentò le scuole elementari a Parigi; insieme alla madre e al fratello – per evitare l’attenzione di delatori e polizia – è costretta a “dimenticare” il russo.


Nel 1940 Felice Platone fu arrestato e condotto nel campo di concentramento di Vernet, mentre la famiglia poté contare sulla solidarietà degli esuli italiani.
Nel 1943 i Platone rientrarono in Italia, dove Felice partecipò attivamente alla Resistenza; si stabilirono prima in Piemonte, poi a Roma. Rossana si iscrisse alla Facoltà di Lettere alla Sapienza e si laureò in Letteratura russa con Ettore Lo Gatto.
Traduttrice appassionata, fra gli altri di Lenin (insieme al padre Felice), di Majakovskij, Babel’ e Vjačeslavovič, Rossana ha insegnato Letteratura russa prima all’Orientale di Napoli poi alla Statale di Milano. Ha collaborato lungamente con la Fondazione Gramsci. Al padre si deve la prima edizione delle Lettere dal carcere e dei Quaderni del carcere, pubblicate da Einaudi tra il 1947 e il 1951; a lei la Fondazione ha affidato le traduzioni dal russo delle lettere di Giulia, Tatiana e Eugenia Schucht che confluiranno nell’Edizione nazionale degli scritti di Antonio Gramsci.
Viaggiatrice instancabile, generosa e austera, arguta e schietta, Rossana ci ha sempre accolto nella sua casa, dove eravamo soliti trovarla circondata dai libri, dai quotidiani e dalle statuine dei suoi amati orsi. Ci ha trasmesso, con lunghe chiacchierate piene di aneddoti, ma mai nostalgiche, i suoi ricordi familiari, la sua passione per la letteratura e per la politica. Sebbene Rossana non amasse guardare al passato, non si poteva non vedere in lei un legame vivente con quella storia che la Fondazione Gramsci custodisce e preserva.
A lei un ricordo commosso e la nostra gratitudine.