

Eugenia Schucht
Eugenia, familiarmente Genia, è stata la prima delle sorelle Schucht che Gramsci conobbe. Terzogenita dei coniugi Schucht, ne seguì il peregrinare in Russia e nell’emigrazione. A Montpellier nel 1906, insieme alla sorella Tatiana, conseguì il diploma superiore in lingua e letteratura francese. Giunta a Roma nel 1908, si iscrisse all’Accademia di Belle Arti seguendo i corsi di Giacomo Balla e di Duilio Cambellotti del quale frequentava anche lo studio. All’Accademia conobbe Nilde Perilli e incontrò il pittore russo Mal’cev, venuto a Roma nello stesso periodo. Nel 1913, dopo il diploma andò a Varsavia, allora parte dell’Impero russo. Qui lavorò in una scuola israelitica Krinski, e fu dolorosamente impressionata dalla condizione degli ebrei in Polonia. Questa breve esperienza segnò una svolta nella sua vita. Contrasse la tubercolosi e decise di raggiungere la sorella Anna a Ivanovo Voznesensk. Dal 1917 iniziò il periodo della sua più intensa ed entusiastica attività politica. Collaborò con Nadežda Konstantinovna Krupskaja, la moglie di Lenin, al Commissariato del Popolo dell’Istruzione e ebbe spesso occasione di incontrare Lenin. Alla fine del 1918 è fu ammessa al partito bolscevico con la presentazione di Lenin. Nell’autunno del 1919, in piena guerra civile, fece un corso di addestramento per fucilieri. Alla fine del 1919 è fu colpita da un grave esaurimento, che le impediva persino di camminare; passeranno più di quattro anni prima che si rimettesse. Grazie all’interessamento di Nadežda Krupskaja viene venne ricoverata nel sanatorio di Serebrjanyj bor, vicino a Mosca, dove nel 1922 conobbe Gramsci, con il quale ha una breve relazione sentimentale. La successiva unione di Gramsci con la sorella Giulia influirà fortemente sulla sua vita successiva. Dopo la nascita del nipote Delio Gramsci si attaccò a lui morbosamente. Nel 1925 tornò a Roma con Giulia e il bambino, decidendo che fosse meglio non convivere con Gramsci, e affittarono un appartamento a via Trapani. Quando nel 1927 Giulia si ammalò, si prese cura di Delio, lasciando Giuliano alle cure dei nonni. Nel 1939 fece parte della Commissione per la conservazione del patrimonio letterario di Gramsci presso il Comintern. Nel 1957 tradusse le Lettere dal carcere di Gramsci. Visse il resto della sua vita con la sorella Giulia. Morì a Peredelkino, nei dintorni di Mosca, nel 1972.