PAGINA BIOGRAFIE Giulia Schucht
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La compagna di Gramsci era nata a Ginevra, in Svizzera, nel 1896, durante l’esilio della famiglia Schucht in Svizzera. Si trasferì con loro a Montpellier, poi a Roma, dove nel 1915 si diplomò in violino all’Accademia di Santa Cecilia. Conclusi gli studi si trasferì in Russia attraversando, sola, l’Europa in guerra. Raggiunse la sorella Anna, che, diplomatasi anche lei in violino a Roma l’anno prima, si era stabilita a Ivanovo Voznesensk, dove insegnava alla scuola musicale. Nel settembre 1917 entrò nel partito bolscevico e affiancò all’attività di insegnante il lavoro politico. Dal febbraio all’ottobre del 1919 lavorò come segretaria e istruttrice presso il Commissariato del popolo all’Istruzione. Alla fine del 1919 si trasferì con i genitori a Šuja, continuando a insegnare a Ivanovo Voznesensk, oltre che all’Istituto musicale di Šuja. Nell’estate del 1920 lavorò alla segreteria di Lenin durante i lavori del II Congresso dell’Internazionale. Tornata alla fine del 1920 a Ivanovo riprese anche l’attività politica, lavorando nel Sindacato lavoratori dell’arte. Gramsci ricorda il loro primo incontro nel settembre 1922 in occasione di una visita alla sorella Eugenia ricoverata, come Gramsci, nel sanatorio di Serebrjanyj bor. A metà ottobre fece da interprete a Gramsci, in visita ufficiale a Ivanovo Voznesensk come membro del Presidium dell’Internazionale comunista. Nell’autunno del 1923, Giulia si trasferì a Mosca per lavorare al Raikom (l’organizzazione del partito a livello di distretto) e l’amicizia con Gramsci divenne amore. Dopo la partenza di Gramsci da Mosca, seppe di aspettare un bambino, che nacque il 10 agosto 1924, e a cui verrà dato il nome di Delio. Allo stesso periodo risale l’assunzione nei servizi di sicurezza interna (NKVD – Commissariato del popolo agli Affari Interni). Rivide Gramsci soltanto nell’aprile del 1925, quando questi si recò a Mosca per il V Comitato esecutivo allargato dell’Internazionale comunista. Pochi mesi dopo, nell’autunno, lo raggiunse a Roma, con il bambino e la sorella Eugenia, andando ad abitare a via Trapani e lavorando all’Ambasciata sovietica. Nell’estate 1926 tornò in Unione Sovietica incinta del secondo figlio, Giuliano, nato poi a Mosca il 30 agosto. Nel 1927 contrasse una malattia virale, forse causa dell’epilessia che la tormentò per il resto della vita, e che la costrinse a trascorre lunghi periodi tra sanatori e cure mediche. Non tornò mai in Italia. Dopo la morte di Gramsci, si preoccupò di recuperare la corrispondenza e gli scritti rimasti in Italia. Nel 1939 fece parte della Commissione per il patrimonio letterario di Gramsci istituita presso l’Esecutivo dell’IC. Nel dopoguerra continuò a vivere con la sorella Eugenia a Mosca. Nel 1968 si trasferì con la sorella nella casa di riposo per vecchi bolscevichi a Peredelkino, nei dintorni di Mosca, dove rimase fino alla morte nel 1980.