Volumi
ACCADEMISTE A ORVIETO

Donne ed educazione fisica nell'Italia fascista 1932- 1943

a cura di Lucia Motti e Marilena Rossi Caponeri
Quattroemme, Perugia 1996
pp. 253 | 978885962394

Questo volume – realizzato dall’Archivio di Stato di Orvieto e dall’Archivio storico delle donne della Fondazione Istituto Gramsci con il contributo del Ministero per i beni culturali e ambientali – nasce a seguito della donazione alla sezione di Archivio di Stato di Orvieto del Fondo fotografico di Elisa Lombardi, comandante dell’Accademia Femminile Nazionale di Educazione Fisica e dal successivo riordinamento della documentazione.
La fonte fotografica, nel novero delle fonti storiche, è oggi, come è noto, al centro di un rinnovato interesse e in questo caso, per qualità e quantità rappresenta un patrimonio culturale di cui si è pensata la valorizzazione attraverso i saggi in cui si articola il presente volume.
In tale direzione l’istituto archivistico orvietano è stato chiamato a soddisfare due precipue esigenze in ragione delle sue funzioni: da un lato, si è trattato di garantire la migliore conservazione a questa documentazione anche tramite le operazioni di restauro cui i negativi sono stati sottoposti, dall’altro si è pensata una immediata destinazione al mondo degli studi attraverso una prima e corretta lettura dei materiali conservati.
L’acquisizione del Fondo fotografico, inoltre, ha posto la questione di come proporre in modo adeguato un materiale ancora poco utilizzato o per lo meno non conservato in cospicue quantità presso un archivio di Stato. In collaborazione con la Fondazione Istituto Gramsci si è, quindi, giunti all’ipotesi di una mostra, che partendo dall’analisi delle immagini, quasi tutte inedite, ripercorresse le vicende dell’Accademia per offrirle alla riflessione e ripensarle sia come storia dell’istituzione, sia come fenomeno culturale e sociale di un’epoca.
L’iniziativa della realizzazione di una mostra correlata alla preparazione di un volume di saggi è stata abbracciata dall’Archivio di Stato per due ordini di motivi. A sollecitare il progetto sono venuti la convinzione che una manifestazione di tale spessore non può che favorire i processi di acquisizione di analoghi patrimoni archivistici privati, sottraendoli all’anonimato e mettendoli a disposizione non solo della città ma dell’intera comunità degli studiosi e l’attività, poi, dell’istituto, attento ad esplicitare quelle potenzialità insite nelle operazioni tradizionali di un archivio, quali il riordinamento, l’inventariazione, la conservazione e la conseguente valorizzazione della documentazione posseduta.
Il coinvolgimento della Fondazione Gramsci e di altre componenti, ovvero di ricercatori e docenti universitari non poteva mancare. Si richiedeva la loro partecipazione per individuare e sviluppare il momento della ricerca, i cui primi risultati caratterizzano gli studi che appaiono nel volume. Questi ultimi stanno a sottolineare una stretta collaborazione tra istituzioni operanti su terreni diversi, ma con compiti a volte complementari gli uni agli altri, coordinati all’interno di un progetto unitario e rappresentano una soluzione adeguata alla realizzazione di un disegno culturale in cui si rintracciano i segni di una complessa e articolata attività di studio. […]

Indice

Presentazione
di Gigliola Fioravanti, 5

“L’uomo è tanto più forte quanto più sana e robusta è la donna”. Cultura ed educazione fisica della donna
di Gaetano Bonetta, 9
Dall’educazione del corpo all’educazione del corpo femminile. L’avvento dello sport fascista. La cultura fisica della donna e la sua Accademia. Percorsi formativi e stereotipi culturali.

Corpo e politica: storia di un’Accademia al femminile (1919-45)
di Patrizia Ferrara, 39
Premessa. 1919-21: la realtà femminile in Italia tra età liberale e fascismo. Le insegnanti di educazione fisica: i “luoghi” per la formazione, dall’eredità liberale alla riforma scolastica di Gentile (1923). L’èra di Renato Ricci, presidente dell’ONB. Nasce l’Accademia di Educazione Fisica Femminile (1932). Un monumento come sede. I programmi e i regolamenti: dall’ONB alla GIL. La “donna nuova” dell’Accademia. La vita all’interno dell’istituto: la giornata e le divise dell’accademista. 1943-45: la soppressione.

Le ‘Orvietine’ e l’Accademia: un’esperienza di confine tra appartenenza e senso di sé
di Lucia Motti, 75
Premessa. Perché Orvieto. Dalla Casa convitto all’Accademia. Un “taglio chirurgico”. Orvietani ed ‘Orvietine’. Elisa Lombardi: una ‘Comandante’ come modello. Diventare una accademista. Incontrarsi per ricordare. Conclusioni: le Orvietine ‘esito imprevisto’?

La metamorfosi dell’identità nella scena biografica: il mito dell’Accademia
di Graziella Bonansea, 149
Memorie lunghe. Sdoppiamenti e moltiplicazioni. Paesaggi con figure. La morte inammissibile. Regressioni. Transizioni.

Immagini delle accademiste. Corpi di giovani donne tra pubblico e privato
di Maria Teresa Sega, 177
Il baule, l’album, la storia. Le accademiste e i fotografi. Costantina D’Amato fotografa dell’Accademia. Sulla scena: L’Accademia dei vent’anni. Immagini delle accademiste e modelli femminili. Corpo privato e corpo pubblico. La “Cittadella”.

L’Archivio Elisa Lombardi. Inventario di Marilena Rossi Caponeri, 223
Elenco delle testimonianze, 247
Indice dei nomi, 249