Volumi
Croce e Gentile

a cura di Michele Ciliberto
Editori Riuniti, Roma 1993
pp. 402 | L. 70.000 | 9788835937739

Atti del convegno organizzato dalla Fondazione Istituto Gramsci, Orvieto 7-9 novembre 1991, Editori Riuniti, Roma 1993

Negli ultimi anni c’è stata una notevole ripresa di studi intorno all’esperienza filosofica, politica e culturale di Croce e di Gentile, sia in Italia che fuori d’Italia. Un solo esempio: in Francia sta per uscire un numero speciale della rivista «Archives de Philosophie» completamente dedicato alla filosofia italiana di questo secolo, con un riferimento. particolare all’opera di quelli che sono, e restano, due fra i maggiori pensatori del Novecento europeo.
Alla base di questa ripresa di studi – che si è espressa in nuove edizioni critiche, in ristampe di opere fondamentali, in una larga messe di saggi e di studi che hanno toccato aspetti cruciali sia del pensiero di Croce che di quello di Gentile – alla base di tutto questo, dicevo, sta anzitutto la persuasione di doversi misurare in modi nuovi con la filosofia italiana di questo secolo, mettendo anzitutto in questione i modelli interpretativi, le periodizzazioni, i giudizi critici germinati da quella straordinaria e nobilissima esperienza che è stata la cultura politica e storica del nostro antifascismo. Intendiamoci: nella storiografia che di lì prende le mosse stanno le radici di interpretazioni che hanno fatto epoca, con le quali occorre tuttora continuare a fare i conti sul piano proprio dell’analisi e della ricostruzione critica. Ma è altrettanto vero che, oggi, molte di quelle pagine si presentano, esse stesse, come documenti storici, come testimoni eccezionali di una «stagione» della cultura e della politica italiane tanto decisiva quanto irrimediabilmente conclusa. Molti di quei testi – e mi riferisco a quelli più importanti – si configurano ormai ai nostri occhi più come res gestae che come historia rerum gestarum : né dicendo questo si opera, io credo, una forzatura, se è vero, come è vero, che le espressioni piu alte di quella storiografia nacquero, in modo esplicito, dalla consapevole persuasione di essere parte sostanziale di una battaglia in cui si intrecciavano in modo inestricabile problemi civili e problemi storiografici.
Da questo, appunto, siamo ormai lontani: dal carattere fortemente e densamente «ideologico» della storiografia dell’antifascismo; dalla sua visione del rapporto fra prefascismo, fascismo, postfascismo; dalla tesi lungamente e autorevolmente sostenuta secondo cui non sarebbe esistita, durante il ventennio, una «cultura» fascista (con tutto ciò che un’impostazione di questo tipo ha significato, ad esempio, per l’interpretazione di una figura come quella di Giovanni Gentile).
Al di là della dimensione «ideologica» che, certo, resta decisiva, oggi sono soprattutto due i punti che appare necessario indagare criticamente: in primo luogo si tratta di mettere a fuoco ciò che Croce e Gentile hanno rappresentato dal punto di vista schiettamente «filosofico», con una ricerca che tocchi i «fondamenti» costitutivi del loro pensiero individuando su questo sfondo i principali contributi teorici offerti dalla riflessione dell’uno e dell’altro; in secondo luogo si tratta di situare il pensiero di entrambi nel quadro del complessivo pensiero filosofico del Novecento, considerandone su questo sfondo valore e limiti fondamentali, ma anche mettendo alla prova una volta per tutte l’eterno luogo comune del «provincialismo» strutturale della filosofia italiana del Novecento anche nei suoi momenti più alti – un topos «critico» divenuto col tempo un vero e proprio pregiudizio «ideologico» speculare al pregiudizio, anch’esso lungamente circolante, dell’«universalismo» del pensiero di Croce e di Gentile.
Ci sono oggi le condizioni per svolgere sia il primo che il secondo punto, sia nel «mondo storico» che in quello «storiografico», come ci sono le condizioni per proporre una nuova periodizzazione del pensiero italiano del Novecento nella sua complessità. E tutto ciò per un motivo preciso che sta alle radici di molta parte del lavoro avviato in questi ultimi anni: al di là delle colonne d’Ercole costituite dall’opposizione tra fascismo e antifascismo, è tutto il Novecento che sta oggi di fronte a noi come nodo storiografico da indagare con occhi nuovi, in modi nuovi. In altre parole: giungendo a pieno compimento, è il «secolo» che si configura ormai, in tutta la sua complessità, come «problema».
Il Convegno promosso nel novembre del ’91 dal Seminario di Filosofia della Fondazione Gramsci muoveva da questi convincimenti di fondo. Ma esso intendeva anche essere l’occasione di un confronto fra «vecchie» e «nuove» generazioni di studiosi, fra «maestri» e «scolari», nella persuasione che la ricerca si sviluppa in maniera feconda attraverso il confronto tra approcci critici diversi, senza pregiudizi, di qualunque specie siano. Ambiva, cioè, a dare un quadro sufficientemente ampio delle posizioni in campo, senza, s’intende, alcuna presunzione di completezza – un altro «pregiudizio» di cui, in casi come questi, occorre saper fare a meno.
Naturalmente sta al lettore giudicare se qualcuno di questi obiettivi è stato raggiunto.

Indice

Introduzione di Michele Ciliberto, IX

Eugenio Garin
Croce e Gentile interpreti di Marx, 3
Michele Ciliberto
Filosofia e autobiografia in Croce, 15
Stefano Poggi
L’estetica di Croce e la filosofia tedesca, 37
Michele Maggi
La logica di Croce, 75
Marcello Mustè
Libertà e storicismo assoluto. Per un’interpretazione del liberalismo di Croce, 93
Marcello Montanari
Il primato del «fare» e la «religione della libertà» in Benedetto Croce, 119
Giuseppe Cacciatore
Il concetto di vita in Croce, 145
Luca Falaschi
Note su Croce e il Barocco, 181
Giuseppe Guida
Croce e Lowith, 191
Marzio Zanantoni
Per una rilettura dell’interpretazione crociana del fascismo, 201
Biagio de Giovanni
Etica e religione in Giovanni Gentile, 209
Salvatore Natoli
Evanescenze dell’io. Note per una rilettura dell’attualismo, 243
Cesare Luporini
Dall’idealismo italiano a Heidegger: testimonianza di una esperienza giovanile, 275
Cesare Vasoli
Gentile e la filosofia del Rinascimento, 287
Rocco Brienza
Punti di una circonferenza infinita: una versione «autentica» dell’attualismo, 309
Francesco Saverio Trincia
Giovanni Gentile, Guido Calogero e il problema dell’alterità, 325
Gaspare Polizzi
Gentile e Kojève dinanzi al rapporto scienze-filosofia, 345
Ubaldo Fadini
Il problema dell’esperienza nella filosofia europea degli anni Trenta: tra Gehlen e Gentile, 355
Pasquale Serra
Tradizione italiana e «suicidio della rivoluzione». Il momento genetico della centralità del nesso Gentile-Gramsci nel modello analitico di Augusto Del Noce, 369
Maria Rosaria Romagnuolo
Note sul lessico marxistico tra Labriola e Gentile, 395