a cura dell’Istituto Gramsci
Editori Riuniti/Istituto Gramsci, Roma 1978
pp. 306 | L. 5.000 | CL 6312551
Atti del convegno organizzato dall’Istituto Gramsci, Frattocchie (Roma) 9-10 luglio 1977
Sono raccolti in questo volume gli atti del convegno di studio su «L’energia del futuro», promosso dall’Istituto Gramsci, in accordo e con la collaborazione della Commissione riforme e programmazione economica del PCI, come iniziativa a carattere non pubblico.
Organizzando questo convegno, l’Istituto si era proposto di mettere a confronto le opinioni di scienziati e tecnici su una opzione tecnico-scientifica e produttiva di importanza fondamentale per lo sviluppo e il progresso sociale e civile del nostro paese, e nello stesso tempo di offrire materiale di riflessione per l’elaborazione delle scelte che, a pochi mesi dal convegno, avrebbero dovuto essere fatte in sede parlamentare dal gruppo comunista.
Rendiamo ora noto, nella sua integrità, questo materiale in considerazione della rilevanza del tema (intorno al quale si sono venute accentrando non solo controversie scientifiche, politiche, economiche e sociali, ma anche vasti movimenti di opinione), dell’acutezza degli interrogativi che esso suscita e della diffusa volontà di conoscere la reale portata dei suoi termini, al di fuori di allarmismi unilaterali, spesso manovrati e comunque determinati dalla scarsa chiarezza con la quale, in passato, il programma energetico era stato impostato.
Con la seduta della Camera dei deputati del 5 ottobre 1977 e con la votazione a larghissima maggioranza di un o.d.g. con il quale il parlamento impegna il governo ad elaborare un piano energetico nazionale rispondente agli indirizzi e agli obiettivi che il parlamento stesso ha fissato, si è conclusa la prima fase della lunga vicenda del piano, che prese l’avvio – a non voler considerare il mai realizzato piano petrolifero a suo tempo predisposto dall’on. Antonio Giolitti – dal dibattito e dalla denuncia che sottolinearono e seguirono la crisi energetica collegata alla guerra del Kippur.
Come è noto, il ministro Donat Cattin nell’aprile del 1975 presentò un piano energetico nazionale che aveva l’ambizione di fornire una risposta complessiva ai problemi sollevati dalla crisi energetica. Il documento venne preso in attenta considerazione da parte comunista in un seminario tenuto a Roma nel settembre del 1975 (i cui atti vennero pubblicati in un numero speciale della rivista Politica ed economia); in quella occasione, pur accogliendo il piano energetico nazionale come punto di partenza, venne sollevata la questione di principio che il piano dovesse essere completamente rielaborato dopo un dibattito parlamentare che consentisse di fissare orientamenti e scelte impegnative per il governo al momento della definitiva stesura del piano e dell’elaborazione delle misure legislative ed amministrative necessarie per attuarlo. Questa posizione fu, praticamente, fatta propria dal convegno delle regioni, tenuto a Perugia nel novembre del 1975, che terminò con la votazione di un o.d.g. nel quale si elencavano le osservazioni al piano elaborato dal ministro Donat Cattin e veniva fermamente richiesto un dibattito parlamentare sull’intera materia.
Pur non incontrandosi rifiuti espliciti per tale dibattito, esso fu oggettivamente ostacolato tanto a causa della mancata presentazione al parlamento del libro bianco richiesto per comprendere i criteri in base ai quali il ministro e il governo intendevano operare le loro scelte, quanto dalla presentazione, nel dicembre del 1975, del decreto CIPE con il quale di fatto si prospettava una realizzazione del piano sottratta al dibattito parlamentare.
Il parlamento, da parte sua, si preparava al dibattito con due indagini conoscitive molto ampie (la prima portata avanti dal presidente della commissione industria, on. Misasi, la seconda dall’on. Fortuna), accompagnate da una serie di dibattiti su questioni particolari, quali, tra le altre, quella del fondo di dotazione dell’ENEL, e quella delle leggi per la localizzazione degli impianti termoelettrici, convenzionali o nucleari.
L’avvenuto dibattito parlamentare ha consentito alle forze politiche di pronunciarsi su un argomento di così grande importanza e costituisce un punto di riferimento di scelte e indirizzi impegnativi per la rielaborazione da parte del governo del piano energetico e la ristrutturazione dell’intero settore. Non solo sono stati riequilibrati gli orientamenti del piano energetico nazionale, eliminandone i caratteri esclusivamente nucleari, ma sono state sviluppate indicazioni che concernono le politiche del risparmio e dell’uso efficiente dell’energia, le politiche del rilancio della ricerca e dello sfruttamento delle risorse energetiche tradizionali (acqua, carbone, metano), la ricerca e lo sfruttamento delle risorse interne e rinnovabili (energia solare e geotermia). La stessa opzione nucleare viene ridefinita e ridimensionata per evitare scelte irreversibili. Dal dibattito è emersa, infine, con chiarezza, una serie di indirizzi per la cooperazione internazionale, per nuovi rapporti con gli enti locali e le popolazioni, per la riforma e la ristrutturazione degli enti del settore (ENI, ENEL, CNEN).
Abbiamo ritenuto utile raccogliere in appendice, oltre all’ordine del giorno conclusivo del dibattito parlamentare, gli stralci degli interventi degli onorevoli S. Miana, G. Berlinguer, L. Barca, per consentire un raffronto tra le posizioni del convegno e le conclusioni del gruppo comunista alla Camera.
Nella fase attuale, la presa di coscienza, da parte delle forze sociali interessate, dei termini del problema in tutti i suoi addentellati (sistemi e sviluppo dell’attività produttiva, sicurezza, salute, ambiente, riforma degli enti·ecc.) deve giovarsi del massimo di informazione. Un contributo in questa direzione vuole essere fornito, appunto, dalla presente pubblicazione. Si tratta di far uscire il tema energetico dal dilemma sostanzialmente mistificatorio nucleare si, nucleare no, per collegarlo alle questioni dei fabbisogni energetici, alta diversificazione delle fonti, al rapporto politica energetica-ricerca-attività produttiva, e, infine, per capovolgere i termini tradizionali nei quali il problema viene affrontato, mettendo cioè in moto un meccanismo che sviluppi un tipo nuovo di domanda anche nel settore energetico, come momento importante del conseguimento di una nuova qualità della vita.
Nota editoriale, 7
Partecipanti al dibattito, 10
Felice Ippolito Relazione introduttiva, 15
Contributi e interventi
Gloria Campos Venuti, Salvatore Frullani, Eugenio Tabet, Paolo Vecchia Alcune considerazioni sulle prospettive energetiche a lungo termine, 55
Francesco Pistolese, 70
Vittorio Silvestrini, 79
Giancarlo Pinchera, 74
Laura Conti, 97
Luigi Spaventa, 100
Gian Battista Zorzoli, 103
Guido Manzone, 110
Carlo Bernardini, 126
Marcello Colitti, 130
Raffaele Di Sapia, 136
Lodovico Maschiella, 150
Armando Canuti, 161
Vincenzo Cuomo, 168
Giuseppe Luongo, 175
Ugo Croatto, 180
Evandro Lodi Rizzini, 189
Piero Dolara, 193
Eutimio Tiliacos, 199
Paolo Loizzo, 207
Mario Conte, 211
Giulio Cortini, 219
Levio Bottazzi, 221
Giancarlo Boeri, 227
Massimo De Santi, 232
Emilio Santandrea, 235
Giuliano Sciocchetti, 241
Maurizio Bussolo, 247
Eugenio Nardelli, 251
Luciano Barca, 256
Felice Ippolito Conclusioni, 273
Appendice Dal dibattito alla Camera dei deputati intorno alle comunicazioni del governo sui problemi dell’energia
Dall’intervento di Silvio Miana, 281
Dall’intervento di Giovanni Berlinguer, 291
Dalla dichiarazione di voto di Luciano Barca, 298
Risoluzione approvata dalla Camera dei deputati, 302