UN PADRE DELLA COSTITUZIONE
Catalogo della Mostra organizzata per il cinquantesimo della morte di Palmiro Togliatti
in collaborazione con l’Archivio storico della Camera dei deputati e con l’Archivio Centrale dello Stato
Roma 2014
Il catalogo Palmiro Togliatti. Un padre della Costituzione; non riproduce meccanicamente i documenti e le immagini della mostra realizzata dalla Fondazione in collaborazione con l’Archivio storico della Camera dei deputati e con l’Archivio Centrale dello Stato ma vuol esserne piuttosto un complemento: una testimonianza della sua ispirazione che consenta di serbarne la memoria.
A cinquant’anni dalla scomparsa di Palmiro Togliatti, infatti, si intende ravvivare la memoria di un protagonista della rinascita democratica del nostro paese. La Costituzione repubblicana, per Togliatti, come per molti altri interpreti delle diverse culture rappresentate nell’Assemblea costituente, rappresentò il punto di arrivo di un lungo processo di elaborazione politica in gran parte condotto nell’esilio e nelle persecuzioni del fascismo. La Costituzione aprì una nuova fase storica per l’Italia, caratterizzata dalla dialettica democratica fra tutti i soggetti della vita politica e della società civile. Durante la guerra di Liberazione Togliatti aveva offerto un contributo fondamentale alla ricomposizione dell’unità della nazione italiana, divisa in due dall’occupazione nazista, e al reinserimento dell’Italia nel concerto internazionale, riscattando, sia pure in parte, le responsabilità di un paese che, fino all’armistizio dell’8 settembre 1943, aveva combattuto la Seconda guerra mondiale a fianco dell’alleato nazista e subìto l’umiliazione della sconfitta e del disfacimento dello Stato. Nei lavori dell’Assemblea costituente la sua visione della democrazia e dell’organizzazione dello Stato fornì uno dei contributi più rilevanti alla stesura della Carta costituzionale. Emerse così la peculiarità della figura di Togliatti nel comunismo internazionale, come leader del solo partito comunista che abbia partecipato alla fondazione di una repubblica democratica ispirata ai valori del costituzionalismo europeo, non venendo mai meno al dovere di lealtà alla sua Costituzione.
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Prefazione
Da Mosca a Napoli
Da Napoli a Roma
L’eredità di Gramsci
La liberazione
Togliatti Guardasigilli
L’Italia alle urne
La libertà e l’amore
Verso il mondo bipolare
La Costituzione
Fonti
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Prefazione
di Agostino Attanasio, Paolo Massa, Giusepe Vacca
L’iniziativa di una mostra dedicata a Palmiro Togliatti, un padre della Costituzione, promossa dalla Fondazione Istituto Gramsci, dall’Archivio centrale dello Stato e dall’Archivio storico della Camera dei deputati a cinquant’anni dalla scomparsa dello storico leader comunista italiano, intende ravvivare la conoscenza e riportare all’attenzione del dibattito storiografico la personalità e il ruolo politico e istituzionale di uno dei protagonisti della rinascita democratica del nostro paese e della elaborazione del testo della Costituzione repubblicana.
In tal senso, l’ambientazione della mostra a Palazzo Montecitorio, che fu sede dei lavori dell’Assemblea costituente, assume il valore simbolico di un richiamo all’attenzione e alla memoria collettiva della personalità di Palmiro Togliatti e del suo tempo, dei rapporti e dei raccordi politici e personali che intrattenne con gli altri prestigiosi esponenti delle diverse culture politiche democratiche, dal cui confronto e dialogo scaturirono i principi fondamentali della nostra convivenza civile.
Per lui, come per molti altri interpreti delle diverse culture rappresentate in quell’Assemblea, la Costituzione repubblicana rappresentò il punto di arrivo di un lungo processo di elaborazione politica – in gran parte condotto in condizione di esilio e persecuzione da parte del fascismo – e il punto di avvio di una nuova fase storica del nostro paese, caratterizzata dalla dialettica democratica fra tutti i soggetti della vita politica e della società civile, chiamati a concorrere attivamente alla ricostruzione e allo sviluppo in Italia di un sistema politico e istituzionale capace di garantire l’eguaglianza sostanziale e la giustizia sociale a beneficio di fasce sempre più ampie della popolazione, a partire dai ceti non privilegiati. Un sistema attivo e dinamico nella tutela dei diritti, nella consapevolezza dei doveri, nella difesa della pace e delle istituzioni democratiche, riconquistate a prezzo di dolore, sacrifici e sofferenza individuale e collettiva.
In questa prospettiva, la mostra consente di ricostruire il ruolo politico di Togliatti dal suo rientro in Italia, nel marzo del 1944, all’entrata in vigore della Costituzione, mettendo in luce il suo contributo agli sviluppi della vita politica del nostro paese nel periodo in cui furono poste le fondamenta dell’Italia contemporanea e si esplicò il suo maggiore apporto alla storia nazionale.
Per Togliatti le matrici ideali di quel contributo d’impegno civile e politico traevano origine dalle lotte operaie, nella Torino degli anni Venti, per un “ordine nuovo” nei rapporti fra capitale e lavoro ed erano maturate nelle esperienze internazionali, già dal 1926, come capo delegazione del partito comunista al VI Plenum dell’Internazionale comunista e successivamente dalla riflessione condotta negli anni del lungo esilio in Francia, a Mosca, durante guerra di Spagna. Il suo rientro in Italia segnò quindi la fine di un complesso itinerario d’impegno e di pensiero che si risolse solo dopo la decisione sovietica di riconoscere il governo Badoglio.
Nel perorare il suo rientro in patria Togliatti aveva messo a punto la proposta politica che avrebbe poi avanzato alle forze antifasciste non appena sbarcato a Napoli e che costituì il nucleo saliente della “svolta di Salerno”: anteporre la lotta antifascista alla deposizione della monarchia e costituire un secondo governo Badoglio con la partecipazione del Partito comunista italiano insieme agli altri partiti del Comitato di liberazione nazionale (CLN).
Da quel momento la sua azione si sviluppò, tanto nel governo quanto nella società, con la fondazione di un partito comunista di massa e l’innesto del pensiero di Gramsci nella cultura italiana. In questa prospettiva iniziò a svilupparsi la sua opera volta a inquadrare la Resistenza in una guerra di liberazione nazionale, a promuovere la pacificazione del paese in qualità di guardasigilli e ad affermare la sua visione della politica estera dell’Italia.
Con quell’azione Togliatti offrì il proprio contributo alla ricomposizione dell’unità della nazione italiana, divisa in due dall’occupazione nazista, e al reinserimento dell’Italia nel concerto internazionale, riscattando sia pure in parte le responsabilità di un paese che, fino all’armistizio dell’8 settembre 1943, aveva combattuto la Seconda guerra mondiale a fianco dell’alleato nazista e subìto l’umiliazione della sconfitta e del disfacimento della compagine statale.
In quell’azione emersero i fondamenti della sua visione della democrazia e dell’organizzazione dello Stato che caratterizzò i contributi più significativi di Togliatti ai lavori della Costituente. Questi contributi sono rievocati nella parte della mostra specificamente dedicata alla stesura della Costituzione e mettono in luce la peculiarità della figura di Togliatti nel comunismo internazionale, come leader del solo partito comunista che abbia partecipato alla fondazione di una Repubblica democratica ispirata ai valori del costituzionalismo europeo, non venendo mai meno, in seguito, al dovere di lealtà alla sua Costituzione.
Il catalogo che qui si presenta non riproduce meccanicamente i documenti e le immagini della mostra ma vuol esserne piuttosto un complemento: una testimonianza della sua ispirazione che consenta di serbarne la memoria.