Numero 3
luglio - settembre 2019 anno 60

Sommario e abstract degli articoli

Erudizione, politica, cultura. Sull’opera di Innocenzo Cervelli

Obiettivo del saggio è quello di studiare la letteratura filoschiavista settecentesca: dare voce ai filoschiavisti vuol dire comprendere meglio i posizionamenti ideologici del tempo senza cadere in fuorvianti anacronismi. Che cosa significava essere filoschiavisti nel Settecento? Solo rispondendo a questo interrogativo è possibile cogliere, in controluce, il pensiero dei philosophes e collocarlo all’interno di un momento storico preciso. Il problema è affrontato delimitando il campo di ricerca alla Francia e ponendo alcune domande specifiche. Nei primi due paragrafi la letteratura filoschiavista è studiata individuandone autori, generi e pubblico e facendone emergere i fondamenti ideologici. Il terzo paragrafo esamina il rapporto di una parte di questa letteratura con il cristianesimo, piegato a fini legittimanti, e porta al contempo alla luce posizioni eterogenee nella cultura cattolica francese. Negli altri due paragrafi l’attenzione si sposta su coloro che i filoschiavisti attaccarono ritenendoli avversari della schiavitú: affiora cosí il nesso tra filoschiavismo e antiphilosophie e si spiega come il pensiero filoschiavista abbia scorto nella proposta di emancipazione degli schiavi un sovvertimento totale delle gerarchie sociali.

Parole chiave: filoschiavismo, antiphilosophie, Francia, Illuminismo

 

Proslavery thought and antiphilosophie in Enlightenment France

This essay aims to study eighteenth-century proslavery literature: giving voice to proslavery thinkers means better understanding the ideological positions of that period without falling into misleading anachronisms. What did it mean to be a proslavery thinker in the eighteenth century? Only by answering this question can we grasp by contrast the thought of the philosophes and place it within a precise historical moment. The problem is dealt with by delimiting the field of research to France and asking some specific questions. In the first two paragraphs, proslavery literature is studie by identifying authors, genres and public, as well as the ideological foundations. The third paragraph examines the relationship of a part of this literature with Christianity, used for legitimizing purposes, while at the same time casting light on the heterogeneous positions in French Catholic culture. In the other two paragraphs, the focus shifts to those whom the proslavery thinkers attacked, deeming them opponents of slavery: the connection between proslavery thought and antiphilosophie emerge, explaining how proslavery thinkers saw, in the proposed emancipation of slaves, a total subversion of social hierarchies.

Keywords:  proslavery, antiphilosophie, France, Enlightenment

Gli inizi dell’attività pubblicistica di Innocenzo Cervelli furono caratterizzati dall’intreccio fra i primi saggi di ricerca e alcuni scritti apparsi su due periodici, «Belfagor» e «L’Astrolabio». Gli articoli per «L’Astrolabio», usciti nel 1968, sono una testimonianza del suo impegno etico-politico. Cervelli si concentrò sul fenomeno internazionale del movimento studentesco, segnalandone protagonisti (Mario Savio) e analizzando testi e autori allora tra i piú citati dagli studenti (Malcolm X, Herbert Marcuse, Frantz Fanon, Rudi Dutschke ecc.). Rigoroso nell’informazione, Cervelli diede espressione non solo a precise convinzioni politiche, ma anche a una concezione del dovere dello storico di fornire ai lettori accurati riferimenti fattuali e bibliografici. Diverso il carattere della collaborazione a «Belfagor». Qui, accanto a recensioni di libri di ricordi e testimonianze di autori del primo Novecento (Giorgio Levi Della Vida, Augusto Monti), pubblicò attente letture di saggi di Delio Cantimori, Lucien Febvre, Gioacchino Volpe, Enzo Collotti. Sono scritti che mostrano l’ampliarsi del suo orizzonte di storico verso temi cui avrebbe dedicato ricerche di prima mano.

Parole chiave: Innocenzo Cervelli, movimento studentesco, intellettuali e politica, storia della storiografia

 

The political passion of a young historian

The beginnings of Innocenzo Cervelli’s activity as publicist were characterized by the interweaving of the first research essays and some writings that appeared in two periodicals, Belfagor and L’Astrolabio. The articles for L’Astrolabio, released in 1968, bear witness to his ethical and political commitment. Cervelli focused on the international phenomenon of the student movement, highlighting its protagonists (Mario Savio) and analyzing texts and authors then among the most cited by students (Malcolm X, Herbert Marcuse, Frantz Fanon, Rudi Dutschke, etc.). Rigorous in information, Cervelli gave expression not only to precise politica convictions, but also to a conception of the historian’s duty to provide readers with accurate factual and bibliographical references. The collaboration at Belfagor was different in character. Here, alongside reviews of books of memoirs and testimonies of early twentieth-century authors (Giorgio Levi Della Vida, Augusto Monti), he published close readings of essays by Delio Cantimori, Lucien Febvre, Gioacchino Volpe, Enzo Collotti. These are writings that show the widening of his historical horizon towards themes to which he was to devote first-hand research.

Keywords:  Innocenzo Cervelli, student movement, intellectuals and politics, history of historiography

Gli anni veneziani per Cervelli furono ricchi non solo in quanto docente e studioso di alta caratura, ma anche per l’impegno gestionale e di progettualità, con esperienze peculiari e varie. Cosí si ricorda il suo ruolo nel dibattito sulla nascita dei corsi di laurea in storia: pronto a discutere i rigidi parametri ministeriali. Ebbe una parte decisiva in quel particolare corso veneziano che difese dai reiterati interventi della burocrazia. Fu nel Consiglio d’amministrazione dell’Ateneo. Contribuí all’organizzazione di quella «Conferenza politica e amministrativa» della Facoltà di Lettere che rimane con pochi riscontri. Non si sottrasse alla politica collaborando ai progetti riassunti poi nella formula «Idee per Venezia», che furono la premessa all’azione di Massimo Cacciari come sindaco. Ebbe un ruolo nel dibattito sui programmi per l’elezione al rettorato di Ca’ Foscari. Questo agire concreto non impediva il suo continuo operare di studioso e ripercorrere quelle esperienze proprie dei suoi anni veneziani significa completarne l’immagine di alto livello.

Parole chiave: Innocenzo Cervelli, Venezia, Università Ca’ Foscari

 

The Venetian experience: for the university and for the city

For Cervelli, his Venetian years were rich not only as a teacher and scholar of great standing, but also for his management and planning commitment, with particular and varied experiences. We thus recall his role in the debate on the creation of degree courses in history, ready to debate the strict ministerial parameters. He played a decisive part in that course in Venice, which he defended from repeated bureaucratic interference. He served on the University’s Board of Directors. He contributed to the organization of the «Political and Administrative Conference» of the Faculty of Letters, which remains with few comparisons. He did not escape politics, collaborating on projects summarized later with the formula «Ideas for Venice», which laid the groundwork for Massimo Cacciari’s action as mayor. He played a role in the debate on programs for the election to the Ca ’Foscari rectorate. This concrete action did not hinder his continuous work as a scholar and retracing the experiences particular to his Venetian years means drawing a complete picture his high standing.

Keywords:  Innocenzo Cervelli, Venice, Ca’ Foscari University

La Venezia del Cinquecento fu il punto di partenza del ricco e articolato percorso storiografico di Enzo Cervelli. Quali furono i tramiti che avvicinarono il giovane storico romano al suo primo oggetto di ricerca? In quale maniera gli studi di argomento veneziano – rimasti minoritari nel complesso della sua produzione – orientarono approcci e metodi dei lavori successivi? L’articolo cerca di rispondere a queste domande contestualizzando gli scritti dedicati da Cervelli a Venezia e all’orizzonte politico-religioso del suo patriziato all’interno di una peculiare stagione storiografica, che negli anni Sessanta-Settanta del Novecento vide la riflessione sulle istituzioni e il ceto di governo della Repubblica incrociare il dibattito sulla crisi religiosa italiana del Cinquecento.

Parole chiave: Innocenzo Cervelli, storia veneziana, patriziato veneziano, crisi religiosa italiana del Cinquecento, storia della storiografia

 

The «dense plot» of Venetian history

Sixteenth-century Venice marked the starting point for Enzo Cervelli’s rich and detailed historiographic path. Which instruments attracted the young Roman historian to his first research project? How did these studies on Venetian subjects – which remained marginal in his overall production – guide the approach and methods of his later works? The aim of this article is to answer these questions by contextualizing Cervelli’s writings on Venice and the political-religious horizon of his patriciate during a particular historiographic season that, during the 1960s and 1970s, saw the reflection on the institutions and the ruling class of the Republic cross paths with the debate on the sixteenth-century Italian religious crisis.

Keywords:  Innocenzo Cervelli, Venetian history, Venetian patriciate, Italian religious crisis of the sixteenth century, history of historiography

Nel 1974 Innocenzo Cervelli pubblicò a Napoli il suo primo libro, dedicato alla crisi che sconvolge Venezia e il suo dominio di Terraferma all’inizio del Cinquecento. Il giovane studioso scelse di integrare nella ricostruzione dell’ambiente politico e intellettuale della laguna un’analisi di tutti i testi machiavelliani pertinenti: non solo le opere maggiori che affrontano esplicitamente il grande problema costituzionale che la Serenissima rappresenta agli occhi dei contemporanei, e dei fiorentini in particolare, ma anche gli scritti «di servizio» che rivelano lo sguardo acuto del Machiavelli ambasciatore. Cervelli, che, come altri, si poneva alla fine degli anni Sessanta del XX secolo il problema dello Stato moderno, assumeva criticamente il punto di vista originale del segretario fiorentino, che osservava, ad esempio, la reazione che maturò nelle città e nelle comunità soggette a Venezia nei mesi successivi alla sconfitta di Agnadello. Il tema fondamentale non era piú allora quello classico della stabilità di Venezia, ma piuttosto quello dello Stato veneziano e della sfida concettuale che l’esistenza stessa di Venezia come Stato aveva posto a Machiavelli, ossia il «miracolo» di un «imperio» ottenuto senza armi proprie, e che regge all’impatto della sconfitta. In questione non era dunque la natura «repubblicana» della costituzione cittadina, ma la complessa, e precoce, forma «statuale» del dominio di Terraferma, dove la pluralità degli attori aveva potuto generare dinamiche impreviste subito dopo Agnadello, colte da Machiavelli piú lucidamente di altri protagonisti.

Parole chiave: Innocenzo Cervelli, Venezia, Stato, Machiavelli

 

The Venetian State through Machiavelli (regarding Machiavelli e la crisi dello stato veneziano)

In 1974, Innocenzo Cervelli published his first book in Naples, dedicated to the crisis that devastated Venice and its mainland dominions in the early sixteenth century. Into his reconstruction of the lagoon’s political and intellectual environment, the young scholar chose to integrate an analysis of all the relevant Machiavellian texts: not only the major works that explicitly address the great constitutional problem that the Serenissima represents in the eyes of contemporaries – and Florentines in particular – but also the professional writings that reveal the keen eye of the ambassador Machiavelli. Cervelli, who, like others, wondered in the 1960s about the problem of the modern state, critically took on the original point of view of the Florentine secretary, who observed, for example, the reaction that developed in the cities and communities subject to Venice in the months following the defeat at Agnadello. The fundamental theme was no longer the classic one of the stability of Venice, but rather that of the Venetian State and the conceptual challenge that the very existence of Venice as a state had posed to Machiavelli – that is, the «miracle» of an imperio obtained without its own weapons, and that holds up to the impact of defeat. The «republican» nature of the city’s constitution was not, therefore, at issue, but the complex and precocious «state» form of the land’s dominion, where the plurality of the players had been able to generate unexpected dynamics immediately after Agnadello, which Machiavelli grasped more lucidly than other figures.

Keywords:  Innocenzo Cervelli, Venice, State, Machiavelli

Il saggio ricostruisce il significato delle ricerche che, dalla fine degli anni Ottanta in poi, Innocenzo Cervelli ha dedicato al mondo antico, alla storiografia classica e alla tradizione profetica. In questa fase Cervelli riprese alcuni spunti di ricerca suggeriti da Arnaldo Momigliano, confrontandosi col grande storico dell’antichità attraverso una serie di indagini culminate nella monografia dedicata alle sibille (2002). Cervelli ha analizzato i testi di Flavio Giuseppe e dei padri della Chiesa, quelli dei teologi scolastici e degli umanisti del Quattrocento, la storia dell’ermetismo e della raffigurazione iconografica delle sibille. Importante fu anche la lettura degli scritti apocalittici di Ernesto de Martino e di quelli di Benjamin, Scholem, E. Bloch, Walzer, Yerushalmi e Assmann. Il tema della profezia ha ispirato anche alcuni saggi di Cervelli dedicati a Savonarola, Machiavelli e Bodin attraverso la storia della teoria della successione degli imperi. Infine egli ha riflettuto sulle legittimazioni religiose e politiche della guerra a partire dal mondo antico, criticando l’abuso della storia per giustificare le aggressioni militari dei nostri giorni.

Parole chiave: Innocenzo Cervelli, Arnaldo Momigliano, sibille, profezia, Apocalisse

 

Prophecy in the sixteenth century, prophecy in the twentieth century

The essay reconstructs the meaning of the research that, from the late 1980s onwards, Innocenzo Cervelli dedicated to the ancient world, to classical historiography and to the prophetic tradition. In this phase, Cervelli took up some research ideas suggested by Arnaldo Momigliano, confronting that great historian of antiquity through a series of investigations culminating in the monograph dedicated to the sibyls (2002). Cervelli analyzed the texts of Flavio Giuseppe and the Church Fathers, those of the scholastic theologians and the humanists of the 15th century, the history of hermeticism and the iconographic representation of the sibyls. Reflection on the apocalyptic writings of Ernesto de Martino and those of Benjamin, Scholem, E. Bloch, Walzer, Yerushalmi and Assmann, was also important. The theme of prophecy also inspired some essays that Cervelli dedicated to Savonarola, Machiavelli and Bodin through the history of the theory of succession of empires. Lastly, he reflected on the religious and political legitimacy of war starting from the ancient world, criticizing the abuse of history to justify the military aggressions of our time.

Keywords:  Innocenzo Cervelli, Arnaldo Momigliano, Sybils, Prophecy, Apocalypse

Lo studio della storia tedesca ha rappresentato una componente importante del ricco percorso di ricerca di Enzo Cervelli. Temporalmente esso si colloca fra la fine degli anni Settanta e la metà dei Novanta, con un’intensità particolare nel decennio intermedio. Le ricerche di Cervelli su questo argomento sono state influenzate dai contatti con l’Istituto storico italo-germanico di Trento. Ma – seppure spesso in modo implicito – Cervelli si è confrontato con acume con la storiografia internazionale, come attesta fra l’altro la sua attenzione per gli studi di Hans Rosenberg. Al centro della sua attenzione sono tre tematiche: i processi di formazione dello Stato moderno in Prussia nel Sei- e Settecento, con particolare attenzione per la dialettica fra principe e ceti; l’evoluzione del liberalismo moderato nel corso dell’Ottocento, con particolare attenzione per i risvolti ideologici e costituzionali, e infine una rilettura complessiva dell’Ottocento tedesco in chiave di «modernizzazione conservatrice». Complessivamente, se ne trae una lettura dell’evoluzione della società, dell’economia e della politica verso la modernità borghese nella sua peculiarità, attenta a evitare letture schematiche.

Parole chiave: Innocenzo Cervelli, storia della Germania, «modernizzazione conservatrice »

 

Studies on German history

The study of German history is one of the most important fields of the multifaceted research profile of Enzo Cervelli, who published a series of extended essays and two relevant monographs, chronologically concentrated in the long decade from the late 1970s to the early 1990s. Cervelli’s research in the field is partly connected with his intense seminar work at the Italian-German Historical in Trento. In his research, Cervelli interacted fruitfully with international historiography, as demonstrated by his interest in the work of Hans Rosenberg. At the core of his interest are three aspects: analysis of the formation of a modern absolutist state in Prussia in the 17th and 18th centuries, with specific interest in the interaction between the central state and corporate interests; the evolution of liberalism during the 19th century, from the political as well as ideological perspective; a synthetic, but highly interesting, monograph on the «conservative modernization» of Germany in the 19th century, which is at the centre of Cervelli’s reflections. In sum, it provides an interpretation of the evolution of society, economy and politics towards bourgeois modernity in its peculiar features, careful to avoid schematic readings.

Keywords:  Innocenzo Cervelli, history of Germany, «conservative modernization»

L’ultimo libro di Enzo Cervelli, dedicato alle origini della Comune di Parigi (Le origini della Comune di Parigi. Una cronaca [31 ottobre 1870-18 marzo 1871], Roma, Viella 2015) si lega strettamente ad una serie di saggi da lui elaborati nei quindici anni precedenti e dedicati ad alcune figure di rivoluzionari come Jules Vallés, Emmanuel Barthélemy o Gustave Lefrançais. In questi testi si riscontra la stessa aspirazione, quella di far emergere dalla nuda cronaca degli avvenimenti il succedersi di tre diversi e concatenati conflitti: ad una inziale generale resistenza contro l’invasione prussiano succede poi una ribellione contro gli orientamenti governativi, guidati dalla scelta di accettare la sconfitta militare e, a seguire, una rivolta popolare radicale contro i possidenti accusati di essere oppressori e affamatori della gente comune. In quest’ultima fase, di crescente radicalizzazione, alla prevalente tendenza neo-giacobina e blanquista, si contrappone una tendenza minoritaria ma significativa, quella del comunalismo anarco-socialista, che Cervelli valorizza.

Parole chiave: Innocenzo Cervelli, Comune di Parigi, neo-giacobinismo, comunalismo

 

Revolutionaries and the Paris Commune

The last book by Enzo Cervelli, dedicated to the origins of the Paris Commune (Le origini della Comune di Parigi. Una cronaca [31 ottobre 1870-18 marzo 1871], Roma, Viella 2015) is closely linked to a series of essays written by him in the fifteen previous years and dedicated to some figures of such revolutionaries as Jules Vallés, Emmanuel Barthélemy, and Gustave Lefrançais. In these texts, we find the same aspiration: to bring out from the bare chronicle of events a succession of three different and concatenated conflicts; an initial general resistance against the Prussian invasion develops into rebellion against the government’s leanings guided by the choice of accepting military defeat, followed by a radical popular revolt against the wealthy accused of being oppressors and starvers of the common people. In this last phase of increasing radicalization, the prevailing Neo-Jacobin and Blanquist tendency is countered by a minority but significant trend: anarchosocialist communalism, whose significance Cervelli asserts.

Keywords:  Innocenzo Cervelli, Paris Commune, Neo-Jacobinism, Communalism

In questo contributo si propone una interpretazione dell’indagine di Enzo Cervelli sulla figura di Gioacchino Volpe, vista come un prisma attraverso il quale ricostruire la storia della cultura italiana tra Otto e Novecento nei suoi aspetti ideologici di anticipazione del fascismo. Attraverso l’individuazione, nell’analisi della produzione volpiana, dei temi della nazione, del discorso generazionale nel mancato incontro con il marxismo, dell’irrazionalismo storiografico, della soggettività autobiografica – alcuni dei quali elaborati con decenni di anticipo rispetto ai tempi della ricerca – Cervelli tracciava un complesso e labirintico affresco della cultura italiana ed europea fra età liberale e fascismo, che prendeva le mosse da un problema storico di natura essenzialmente politica.

Parole chiave: Innocenzo Cervelli, Gioacchino Volpe, cultura italiana fra età liberale e fascismo, storia della storiografia

 

Historiography as history. Gioacchino Volpe (and his surroundings)

This contribution advances an interpretation of Enzo Cervelli’s investigation into the figure of the historian Gioacchino Volpe. Cervelli’s Volpe, it is argued, is seen as a prism through which to reconstruct the history of Italian culture between the nineteenth and twentieth centuries, notably in its ideological aspects of anticipating Fascism. Cervelli was able to discern, across the whole of Volpe’s historiography, a number of topics – such as nation and nationalism, the generational discourse, the missed encounter with Marxism, historiographic irrationalism, and autobiographical subjectivity – some of which were elaborated decades before the mainstream research did so. By leveraging these issues, Cervelli painted a complex and labyrinthine fresco of Italian and European culture during the late liberal age and Fascism, which took its cue from a historical question of an essentially political nature.

Keywords:  Innocenzo Cervelli, Gioacchino Volpe, Italian culture between the liberal age and fascism, history of historiography

Ricerche

Gli studi sulla fortuna di Diderot ci hanno posto di fronte a diverse letture: maestro del popolo tirannicida, amico del popolo della Comune, tribuno del popolo. Grazie alla ricerca condotta sulle opere politiche di Diderot, ho compiuto uno studio della nozione di popolo elaborata nel corpus politico diderotiano. L’indagine offre una ridefinizione semantica delle categorie di popolo e il passaggio a quella di volontà generale. L’analisi inizia con l’Encyclopédie e mostra i risultati sui testi piú noti e sugli inediti in lingua italiana. Alla luce della presente ricerca le tre tipologie di popolo, proposte da Mortier ed ereditate da Strugnell, di «lavoratore», «moltitudine » e «nazione» non convincono piú. Qui si raccolgono le idee di popolo diderotiano intorno a tre grandi questioni: una di natura sociologica, nella quale troviamo categorie come multitude e foule; una di natura economica, incentrata sul lavoro; la terza politica in fieri vede protagonista un popolo da costruire con il disciplinamento e l’auto-disciplinamento del lavoro, con l’istruzione obbligatoria e gratuita e con le leggi.

Parole chiave: Diderot, popolo, volontà generale, Illuminismo, Rivoluzione francese

 

«Peuple, multitude, foule, peuplade». People and general will in the political works of Diderot

The studies on the fortunes of Diderot have given us several readings: master of the tyrannicidal people, friend of the people of the Commune, and Tribune of the people. Thanks to research on Diderot’s political works, I carried out a study on the notion of the people in Diderot’s political corpus. My paper offers a semantic redefinition of the categories of people and the transition to that of general will. The analysis starts from the Encyclopédie and shows the results achieved both on the most famous texts and on those unpublished in Italian. In light of this research, the three types of people, proposed by Mortier and inherited from Strugnell, of «working people», «multitude» and «nation», are no longer convincing. Here, ideas of a people à la Diderot are gathered around three great questions: one of a sociological nature, in which we find categories like multitude and foule; one of an economic nature, focused on labour; and the third, political in fieri, involving a people to be built with the discipline and self-regulation of labour, compulsory and free education, and laws.

Keywords:  Diderot, people, general will, Enlightenment, French Revolution

Il saggio ricostruisce la storia della rappresentanza politica democristiana della provincia di Reggio Calabria dal dopoguerra agli anni Sessanta. In quel contesto, l’insufficiente autonomia della società civile e la debolezza dell’organizzazione di partito non favorirono la formazione di una leadership politica incisiva e di larghe vedute. Ciò lasciava spazi molto ampi d’intervento alla gerarchia ecclesiastica. Il difetto di sintesi politica e la forza centrifuga dei poteri locali produssero, attraverso il voto di preferenza, un forte frazionamento del suffragio, accentuando i particolarismi. Inoltre, i diversi gruppi della mafia calabrese ostacolarono l’espansione dell’iniziativa del ceto politico locale. Le disomogeneità economiche e sociali tendevano a comporsi nella circoscrizione elettorale regionale, dove però prevalsero i leader delle altre province calabresi. La provincia reggina costituí dunque una buona riserva di voti per la Dc, ma i benefici che essa trasse dalle politiche governative per il Mezzogiorno furono limitati, non solo per i fattori strutturali, ma anche per i comportamenti del suo ceto politico.

Parole chiave: ceto politico, elezioni, Democrazia cristiana, Reggio Calabria

 

The Christian party and the political representation of Reggio Calabria (1946-1963)

This essay reconstructs the history of Christian Democrat political representation in the province of Reggio Calabria from the postwar period to the 1960s. In that setting, the lack of autonomy of civil society and the weakness of party organization did not facilitate the birth of an open-minded and incisive political leadership. For this reason, the Church hierarchy often invaded the field belonging to the Christian Democrat political class. The lack of political synthesis and the centrifugal force of the local power, combined with preferential voting, caused an electoral split that exacerbated particularisms. Moreover, the various groups of the Calabrian Mafia hindered the expansion of the action of the political class. The economic and social gaps tended to be enclosed within the regional electoral district where the leaders of the other Calabrian provinces held sway. The province of Reggio thus constituted a good source of votes for the DC, but the benefits it drew from the governmental policies for the Mezzogiorno were limited, due not only to structural factors, but also to the behaviour of its political class.

Keywords:  political class, elections, Christian Democracy, Reggio Calabria

Il saggio ripercorre il lungo percorso politico-religioso dell’Etiopia nella seconda metà del Novecento, segnato dalla crisi dello Stato confessionale e dall’affermazione di un regime di laicità. È un processo che si è realizzato attraverso fratture incisive sugli equilibri interni e sull’intera stabilità del Corno d’Africa. In questo quadro, la Chiesa – proprio per il suo legame con l’istituzione imperiale – ha rappresentato un elemento di continuità, sopravvissuta ai bruschi cambiamenti di regime e in grado, nonostante le persecuzioni subite, di mantenere una forte presa sociale. Ciò vale per il ventennio dominato dal regime marxista del Derg, costretto a limitare il suo laicismo con una politica ambivalente, incline da un lato alla compressione del ruolo politico della Chiesa, dall’altro al suo controllo quale strumento di legittimazione per il regime. Ma anche il nuovo Stato democratico, nonostante la configurazione laica e pluriconfessionale, ha avvertito l’esigenza di non rinunciare – attraverso una qualche forma di controllo e influenza – a quel ruolo legittimante che ha caratterizzato la vita della Chiesa etiopica nella sua secolare vicenda imperiale.

Parole chiave: Etiopia, religione, Stato, Chiesa

 

Contemporary Ethiopia from the Christian empire to the secular regime

The essay traces the long political-religious path of Ethiopia in the second half of the twentieth, century, marked by the crisis of the confessional state and the affirmation of a secular regime. It is a process that was achieved through incisive fractures in the internal balance and the entire stability of the Horn of Africa. In context, the Church – precisely because of its link with the imperial institution – has represented an element of continuity, having survived abrupt changes of regime and able, despite the persecutions suffered, to maintain a strong social grip. This is true for the twenty years dominated by the Marxist regime of the Derg, which was forced to limit its secularism in an ambivalent policy prone on the one hand to compressing the political role of the Church, and on the other to controlling it as a tool of legitimacy for the regime. Even the new democratic state, despite its lay and multi-confessional configuration, has felt the need not to renounce – through some form of control and influence – the legitimizing role that has characterized the life of the Ethiopian Church in its secular imperial history.

Keywords:  Ethiopia, Religion, State, Church

Opinioni e Dibattiti

La scoperta freudiana dell’inconscio segna l’elaborazione politica e teorica di Trockij, il quale conosce le teorie di Freud nel periodo in cui soggiorna a Vienna nel 1907. Trockij è convinto che la psicoanalisi possa fornire un contributo decisivo alla società socialista. Nei primi anni della rivoluzione si propone di integrare le teorie di Freud col materialismo, stabilendo un parallelo tra la teoria freudiana dell’inconscio e le tesi pavloviane dei riflessi condizionati. Pensa che la costruzione del socialismo necessiti alleanze coi settori piú innovativi della scienza e dell’arte, ma crede anche che non si possa procedere per imposizioni nel campo scientifico e culturale. In Urss vi è stato all’inizio un interesse per la psicoanalisi, ma il consolidamento dello stalinismo negli anni Trenta ha segnato la repressione del movimento freudiano. Trockij in esilio ritorna sui temi della psicoanalisi. Incontra André Breton a Coyoacán. Nelle loro discussioni emerge che la scoperta freudiana dell’inconscio ci permette di comprendere il fenomeno artistico, sebbene non sia riducibile a un progetto di mutamento sociale e di emancipazione umana.

Parole chiave: psicoanalisi, rivoluzione, materialismo, inconscio, socialismo

 

Psychoanalysis and socialism in Trotsky

The Freudian discovery of the unconscious marks the political and theoretical development of Trotsky, who became acquainted with Freud’s theories during the period of his stay in Vienna in 1907. Trotsky was convinced that psychoanalysis could provide a decisive contribution to socialist society. In the early years of the Revolution, he proposed supplementing Freud’s theories with materialism, thereby establishing a convergence between Freudian theory of the unconscious and Pavlov’s theses of conditioned reflexes. While he believed that the construction of socialism required alliances with the most innovative sectors of science and art, he also held that one cannot proceed by forcing the scientific and cultural sphere. Although the USSR showed initial interest in psychoanalysis, the consolidation of Stalinism in the 1930s marked the repression of the Freudian movement. Trotsky in exile returned to the themes of psychoanalysis and met André Breton at Coyoacán. In their discussions, it emerged that the Freudian discovery of the unconscious allows us to understand the artistic phenomenon, although it cannot be reduced to a plan for social change and human emancipation.

Keywords:  psychoanalysis, revolution, materialism, unconscious, socialism

Note critiche
Elenco dei fascicoli pubblicati dal 2010
  • anno 65 / 2024
  • 1
  • anno 64 / 2023
  • 1
  • 2
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  • anno 63 / 2022
  • 1
  • 2
  • 3
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  • anno 62 / 2021
  • 1
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  • anno 61 / 2020
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  • anno 60 / 2019
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  • anno 59 / 2018
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  • anno 58 / 2017
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  • anno 57 / 2016
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  • anno 56 / 2015
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  • 3
  • 4
  • anno 55 / 2014
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  • 3
  • 4
  • anno 54 / 2013
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • anno 53 / 2012
  • 1
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  • 3
  • 4
  • anno 52 / 2011
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  • 3
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  • anno 51 / 2010
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4